MARTE
Curiosity trova il letto di un antico fiume con sedimenti della facies fluviale: ciottoli arrotondati, segno di un trasporto da parte di acque meteoriche (2011).
Mars Reconnaissance Orbiter (2005) ha fissato questa bella immagine di alcuni crateri della regione di Hellas, dove son presenti ghiacciai d'acqua, protetti dalla sublimazione da polveri e detriti.
SUPERFICIE ED ATMOSFERA
Marte ha molte analogie con la Terra: la durata del giorno e l’inclinazione dell’asse di rotazione sono quasi identiche e il pianeta presenta un’alternanza di stagioni però più lunghe e fresche. Nel corso dell’anno marziano (687 giorni terrestri) le calotte glaciali si allargano e restringono con l’avvicendarsi delle stagioni. A causa delle minori dimensioni l’atmosfera è molto rarefatta e la temperatura media annua superficiale è di -55°C. La superficie di Marte ha subìto bombardamenti meteoritici, attività vulcanica, movimenti della crosta (soprattutto all’inizio della sua formazione), erosione e deposizione ad opera principalmente del vento (quest’ultimo è il solo elemento geomorfologico attivo). Una parte della superficie è intensamente craterizzata (l’emisfero meridionale) mentre l’altro emisfero presenta ampie pianure; in alcuni punti sono presenti edifici vulcanici più grandi di quelli terrestri, come il Mons Olympus (altezza 27 Km), sia per la mancanza di un piano di riferimento che sulla Terra sono gli oceani, sia per la minore forza di gravità che ha consentito loro di raggiungere altezze elevate. Il vulcanismo è però terminato da molto tempo.
Lungo l’equatore è presente un sistema di enormi canyons, le Valles Marineris, largo 500 Km, profondo 5-6000 metri, lungo 5000 Km. Alcuni di questi somigliano ai reticoli fluviali terrestri, anche se completamente asciutti. I fianchi delle depressioni presentano numerose frane e addirittura fuoriuscita di acqua a livello stagionale. L’atmosfera ha una pressione superficiale di 1/50 di quella terrestre e contiene anidride carbonica per il 95%. L’energia del Sole produce forti venti che danno luogo a tempeste di polvere su tutto il pianeta. La superficie non presenta acqua allo stato liquido, anche se si pensa possa essere presente nel sottosuolo come nel permafrost delle regioni artiche terrestri. Sarebbe proprio quest'acqua, liberatasi e passata allo stato liquido in seguito ad impatti di meteore o eruzioni vulcaniche, ad aver formato numerosi canali. Le sonde che hanno scattato foto ad alta risoluzione hanno individuato anche una linea di costa di antichi bacini marini; è in questi bacini che, se mai è apparsa la vita su Marte, potrebbero trovarsi tracce di microorganismi (magari nelle acque salmastre rimaste intrappolate nel sottosuolo). Una scoperta del genere potrebbe dimostrare che la vita non è presente solo sulla Terra e potrebbe apparire più facilmente di quanto pensiamo. Per avere conferme, però, saranno necessarie missioni con uomini a bordo e specialisti in grado di raccogliere ed analizzare i campioni più opportuni.
La differenza tra i due emisferi di Marte, secondo alcuni scienziati, potrebbe essere dovuta alla presenza di un antico oceano in quello boreale, ipotesi supportata anche dalla presenza di possibili linee di costa. C'è in realtà un'altra possibile spiegazione: il pianeta potrebbe essersi formato per lo scontro di due asteroidi di natura e morfologia diversa e di diversa craterizzazione. Gli impatti nelle prime fasi della formazione del pianeta, 3-4 miliardi di anni fa, potrebbero aver anche causato un surriscaldamento dell'atmosfera e la perdita di gran parte di essa a causa della ridotta forza di gravità e quindi della bassa velocità di fuga, quella necessaria per vincere appunto la forza di gravità del pianeta per sfuggire nello spazio. L'atmosfera, normalmente prodotta dall'attività vulcanica, non è stata riformata a causa del raffreddamento del pianeta e della cessazione dei fenomeni endogeni.
La leggenda della vita su Marte si deve forse all'errata traduzione in inglese del termine "canali" usata dall'astronomo Giovanni Schiaparelli (in opere che vanno dal 1893 al 1909); questi aveva osservato sul pianeta rosso strutture allungate, chiamandole appunto canali. In Inglese canals indica strutture naturali, mentre channels artificiali, come le vie di comunicazione.
L'astronomo americano P. Lowell fu il più accanito sostenitore dell'ipotesi che tali canali fossero stati costruiti da una civiltà aliena, opere idrauliche utilizzate per portare l'acqua da una parte all'altra del pianeta. Successive e più accurate osservazioni anche con sonde spaziali hanno dimostrato che i canali non esistono: si trattava di illusioni ottiche. Ancora una volta, non è vero quel che sembra vero (immagini da wiki).
LE ALTRE TAPPE DELL'ESPLORAZIONE MARZIANA
Prima sonda a raggiungere Marte nel 1965. Con le sue 22 foto evidenziò un mondo pieno di crateri, con un'atmosfera molto più sottile di quanto fosse atteso e "morto" dal punto di vista sia geologico sia biologico.
(1976) Sonde con orbiter e lander; dovevano scattare foto ad alta risoluzione, ottenere dati sull'atmosfera e ricercare, con esperimenti a terra, tracce di vita aliena. Questi ultimi risultati, contraddittori, diedero esito negativo.
(1996) Prima missione ad aver trasportato sul pianeta un rover, Sojourner (1996), che analizzò il suolo e le rocce del sito di atterraggio utilizzando diverse soluzioni tecnologiche utili per le missioni successive.
(2005) Analisi dettagliata di Marte per individuare potenziali luoghi di atterraggio per future missioni sul pianeta. Osservazioni ad altissima risoluzione.
(2007) La sonda è atterrata nei pressi della calotta polare settentrionale del pianeta, una regione ricca di ghiaccio, e un braccio robotico ha cercato nel terreno artico eventuali tracce di acqua e microbi.
(2018) Investigazione della struttura interna di Marte per ricavare degli indizi sulle fasi più remote della formazione dei pianeti terrestri e del sistema solare.
GLI ULTIMI LANDER SULLA SUPERFICIE.
Alle 7.31 del mattino (ora italiana) di lunedi 6 agosto 2012 la sonda NASA con il suo rover Curiosity del peso di oltre 10 quintali ha raggiunto Marte e si è posata, con una speciale manovra di rallentamento della velocità mai tentata in precedenza (in 7 minuti è passata da 21.000 Km/h a circa 2000), nel cratere Gale, scelto perché al suo interno è presente un rilievo di circa 5 km di altezza che presenta stratificazioni sedimentarie molto interessanti; sulla base delle sue caratteristiche gli scienziati sperano di ricostruire la geologia del pianeta. Scopo della missione, costata oltre due miliardi di dollari (una delle ultime così costose) è la ricerca di eventuali tracce di organismi fossili del passato (in particolare Procarioti, come i batteri terrestri) nelle rocce sedimentarie che si sono formate in presenza di acqua allo stato liquido. Trovare antiche forme di vita sul pianeta rosso, potrebbe significare che essa non è così rara nell’universo, se nello stesso sistema solare è apparsa su due pianeti distinti. D’altra parte risulta difficile che la superficie di Marte possa ospitare la vita oggi; l’atmosfera rarefatta (circa 1/100 della pressione atmosferica), la scarsità di acqua, i forti venti e le tempeste di sabbia lasciano sperare poco in risultati positivi in tal senso: occorre pertanto cercare nel sottosuolo o in rocce antiche. Fortunatamente piccoli scorrimenti di acqua contenuta nel sottosuolo (fuoriusciti dai fianchi di canyons scavati dal vento) sono stati rilevati dalle sonde orbitanti sul pianeta; da qui la necessità di mezzi più potenti dei rover precedenti, Spirit ed Opportunity, per poter scavare più in profondità al fine di esplorare ambienti subaerei dove addirittura potrebbero essere presenti organismi viventi. La possibile scoperta di qualcosa che tutti aspettiamo da sempre potrebbe rilanciare la Nasa, sia in termini di finanziamenti che in previsione di una futura missione umana su Marte.
19-2-21. Il rover Perseverance della Nasa è arrivato su Marte ed ha inviato le sue prime immagini dopo essere atterrato in sicurezza con l'elicottero Ingenuity Mars attaccato alla pancia nel cratere Jezero, un bacino largo 45 chilometri appena a Nord dell'equatore marziano, che circa 3,9 miliardi di anni fa conteneva un lago. La missione Mars 2020 è destinata a cercare tracce di vita passata e a raccogliere i primi campioni del suolo marziano che nel 2031 saranno portati sulla Terra dalla missione Mars Sample Return nella quale l'Italia ha un ruolo importante. Si tratta della sonda più sofisticata che l'agenzia spaziale Usa abbia mai inviato sul Pianeta Rosso che punta a portare a termine quanto le due precedenti missioni marziane dell'agenzia Usa, Curiosity e Opportunity, avevano suggerito: miliardi di anni fa Marte era un pianeta umido e con condizioni potenzialmente adatte alla vita. Il viaggio di Perseverance era iniziato sette mesi fa. Superati i "sette minuti di terrore", la delicatissima manovra con la quale il vettore è passato da 20 mila a zero chilometri orari, si è aperto il paracadute e il robot, delle dimensioni di un'automobile, ha iniziato alle 21.55 italiane la sua avventura alla ricerca di indizi di vita. Costata tre miliardi di dollari, la missione durerà due anni e, oltre a cercare di rispondere a domande chiave sulla storia e l'evoluzione di Marte, ha lo scopo di porre una pietra miliare sulla strada verso l'obiettivo di trasportarvi un giorno esseri umani. In passato solo metà dei tentati atterraggi su Marte sono riusciti e quello di Perseverance è stato il più rischioso mai tentato. "Perseverance" è dotato di un perforatore, un braccio robotico di due metri e sette diversi strumenti di rilevazione scientifica. Porta con sè un piccolo elicottero, chiamato "Ingenuity" che tenterà il primo volo controllato su Marte. In caso di successo, si aprirebbero prospettive tecnologiche ancora più vaste: un rover in un giorno può coprire distanze di alcune centinaia di metri che un elicottero percorrerebbe in pochi secondi. I campioni raccolti da Perseverance verranno stoccati in contenitori che verranno poi raccolti da una successiva missione che la Nasa recupererà in una serie di successive missioni che verranno svolte insieme all'European Space Agency. Un primo rover verrà spedito per raccogliere i diversi contenitori in un unico recipiente che verrà mandato in orbita intorno a Marte per poi essere raccolto, in seguito, da un vettore spaziale che lo riporterà sulla Terra, con il suo prezioso contenuto, nel 2031.
Con la Mars Exploration Rover (2003) sono stati impiegati due rover identici chiamati Spirit e Opportunity giunti su Marte nel gennaio del 2004, in due diversi punti del pianeta. Entrambi hanno superato di gran lunga la loro operatività prevista di 90 sol: Spirit è rimasto operativo fino al 22 marzo 2010, mentre Opportunity fino al 10 giugno 2018 con l'obiettivo della ricerca di evidenze di vita nel passato del pianeta all'interno del cratere Endeavour. Gli obiettivi scientifici della missione erano la ricerca e la caratterizzazione del terreno e delle rocce che potessero contenere indizi sulla passata presenza d'acqua su Marte, determinare la distribuzione e la composizione di minerali, rocce e del terreno nei pressi del sito di atterraggio, determinare i processi geologici marziani che hanno modificato il terreno e influenzato la sua chimica, ricercare minerali contenenti ferro, identificare e quantificare i minerali che possono essersi formati con l'acqua, caratterizzare la mineralogia delle rocce e dei terreni e determinare i processi della loro creazione, ricercare indizi geologici relativi alle condizioni ambientali presenti quando nel passato era presente acqua allo stato liquido, valutare se tali condizioni ambientali fossero favorevoli alla vita.
E' una missione costituita dalle attività del rover Curiosity atterrato su Marte il 6 agosto 2012, che subito dopo l'atterraggio nel cratere Gale ha cominciato ad inviare delle immagini dalla superficie. La durata della missione era prevista in almeno un anno marziano (circa 2 anni terrestri) ma è tuttora in corso (più di 10 anni terrestri) con lo scopo di investigare sulla passata e presente capacità di Marte di sostenere la vita. Per consentire analisi più approfondite, Curiosity trasporta strumenti scientifici, forniti dalla comunità internazionale, più avanzati rispetto a quelli di qualunque altra missione precedente sul pianeta rosso; è inoltre circa cinque volte più pesante e due volte più lungo dei rover Spirit e Opportunity arrivati sul pianeta nel 2004. Durante la sua attività su Marte, il robot ha analizzato dozzine di campioni del terreno e di roccia.
Perseverance è un rover derivato dal predecessore Curiosity per ridurre i costi, a cui sono state applicate diverse migliorie.
Gli obiettivi primari della missione consistono nello studiare l'abitabilità di Marte e cercare, come già detto, tracce di eventuale vita
biologica, ricostruire il passato delle condizioni
climatiche, studiare le formazioni rocciose con lo scopo di svelare maggiori informazioni sui processi geologici che hanno creato e modificato
la crosta e la superficie marziana nel corso del tempo, preparare per l'esplorazione umana con la dimostrazione scientifica per l'uso delle risorse
naturali dell'ambiente marziano. Perseverance inoltre monitorerà le condizioni ambientali cosicché si possa capire meglio come proteggere gli esploratori umani.
In ultimo il rover testerà la produzione di ossigeno dall'atmosfera marziana ricca di anidride carbonica attraverso il MOXIE.
Testi ed immagini, rielaborazione wikipedia e repubblica.it
ALTRE SONDE NEL SISTEMA SOLARE
In orbita intorno a Mercurio, continua a scattare migliaia di immagini.
Ruota intorno a Venere, anch'essa scatta foto.
Ha raggiunto nel 2014 la Cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko.
Ha completato la missione su Saturno.
La giapponese Akatsuki prova un nuovo avvicinamento a Venere.
La sonda cinese Chang'E 2 ha completato la sua missione intorno alla Luna.